Località: Antona, borgo montano
Datazione: X - XVII
Notizie storiche
Situato a mezza costa del Monte di Antona, il borgo vanta una storia ricca e antica. Si riferiva forse proprio ad Antona un documento del 988 con cui il vescovo di Lucca concedeva ad altri la gestione di alcuni suoi possedimenti tra cui quelli di Antognano da cui appunto il nome Antona.
Il primo e più antico insediamento della zona si trovava nella zona di S. Marcora, non lontano dall’attuale paese, dove ancora oggi si trova una chiesetta intitolata a S. Marco e dove si continua a tenere messa per la ricorrenza del santo il 25 di Aprile.
Nel Medioevo Antona era un comune autonomo, proprietario di miniere di ferro, terreni agricoli e boschi. I documenti riportano anche notizie di altre attività come la lavorazione della lana, dei panni oltreché del ferro.
Dal sec. XVI si svilupparono altre attività artigianali come le fabbriche di cappelli, in località Polla, la lavorazione del cuoio e del legno.
Per quanto riguarda lo sviluppo urbanistico, l’abitato attuale si è formato dalla lenta unione di diversi nuclei sparsi, sorti nei dintorni della chiesa che rappresenta invece il fulcro della parte occidentale del paese.
Intitolata a S. Geminiano, la chiesa si trova su un rialzo roccioso che domina il paese. Fronteggiata da una piazza panoramica, si accede ad essa attraverso un portale in marmo sovrastato da una statua dell’Assunta fiancheggiata da due angeli, un’opera del 1617 attribuita allo scultore massese Felice Palma.
A fianco della chiesa, un importante campanile che in alcuni particolari ricorda la sua funzione originaria di torre di avvistamento e di torre difensiva.
L’abitato sottostante era protetto da una cinta muraria, realizzata probabilmente tra sec. XV-XVI, a cui si accedeva tramite due porte, Soprana e Sottana, difese da torrette circolari di cui resta traccia in Porta Sottana, dietro l’Oratorio di S. Rocco.
Nel corso del 1600 il paese era ancora un importante comunello della vallata del Frigido tanto che i Malaspina ne fecero il loro luogo di vacanza che adornarono con una bella fontana con vascone ancora visibile in Piazza S. Rocco, al centro del paese.
Dalla piazza S. Rocco, risalendo la scalinata di Via S. Geminiano, si raggiunge il piazzale con l’omonima chiesa.
Proseguendo invece da piazza S. Rocco, lungo il vicolo SS. Annunziata, ci si addentra nel paese per vedere sulla destra un edificio detto la “casa del prete”, l’antico palazzo del comune di Antona, che nel piano alto della facciata conserva delle belle decorazioni a graffito.
Poco più avanti, sulla sinistra, Casa Picciani un interessante edificio dalla facciata a graffiti e con un bel portalino in marmo che ospita oggi un Museo della cultura locale, a gestione privata.
Continuando su Via SS. Annunziata si raggiunge l’omonima chiesa, annessa al cimitero, da dove parte il sentiero per S. Marcora.
Interessanti le diverse marginette che si incontrano lungo i vicoli del paese, in marmo o affrescate, a testimonianza della forte religiosità popolare, ereditata da una radicata tradizione agricola che affidava ai riti propiziatori la buona riuscita dei raccolti e delle attività rurali della comunità.
Sul versante orientale del paese, isolata dall'abitato e in posizione dominante, si trova la bella chiesetta di N.S. delle Grazie, dalla semplici e lineari forme architettoniche, ancora posta a guardia del più antico cimitero del paese. Vi si giunge attraverso il sentiero che porta al Passo del Pitone, dopo un breve tratto che offre splendidi panorami sulla città e su tutta la costa tirrenica.
Tra le più importanti tradizioni che si conservano ad Antona, quella del Maggio e quella della raccolta ed essicazione comune delle castagne.
Il Maggio è rappresentazione teatrale che coinvolgeva tutti gli abitanti del paese che con costumi creati dagli stessi paesani, raccontavano storie in versi. Spesso anche i versi erano composti da paesani e raccontavano molte storie in cui protagonista principale era la lotta tra il bene ed il male che veniva recitata da paesani nelle vesti di Orlando Furioso, maghi, re e regine, cavalieri. I Maggianti erano riuniti in compagnie che giravano tra i paesi a cantare le loro storie. La tradizione si tramandava di padre i figlio. Tra i più noti compositori di Antona si ricorda Ambrogio Pollini.
La raccolta delle castagne era un lavoro comunitario; le famiglie univano infatti i loro raccolti e li facevano seccare nei Metati, appositi edifici adibiti a seccatoio. Il procedimento di essicazione durava 40 giorni durante i quali il fuoco sta sempre acceso sotto al graticcio su cui erano stese le castagne. A rotazione si custodiva il fuoco e si giravano le castagne. Una volta seccate, gli uomini procedevano alla battitura per eliminare la buccia secca, sbattendo le castagne messe dentro un sacco sopra un grosso ciocco di legno posto in mezzo all’aia. Le donne erano addette alla pulizia finale separando le bucce dal frutto. A questo punto ciascuna famiglia prendeva la parte spettante e la portava al mulino per farne farina di castagne e quella di Antona è tutt’oggi rinomata per la sua bontà.
A questa tradizione si lega la Festa del Neccio che si tiene la prima settimana di Agosto ad Antona.
Quota: m 411 slm
Itinerari a piedi
Da Antona partono diversi sentieri che a piedi ci portano in alcune delle più belle vallate delle Apuane.
Tra i percorsi più interessanti il sentiero della Libertà, così chiamato grazie all'importanza che ebbe nei difficili anni della Seconda Guerra Mondiale, quando Massa e i paesi della vallata del Frigido erano allineati lungo la Linea Gotica. Questo sentiero partendo dal paese, portava al Passo del Pitone e costituiva una possibilità di fuga e di salvezza per le popolazioni locali. Lungo questo sentiero si trova la chiesa delle Grazie.
Altri sentieri da poter percorrere: il sentiero Antona-Canevara, il sentiero Antona–Pian della Fioba e quello che dal centro del paese porta a S. Marcora.
Come si raggiunge: Antona dista circa km 12 dal centro città. In automobile si raggiunge facilmente: partendo da Largo Giacomo Matteotti, si prosegue lungo Via delle Mura Nord fino a Piazza del Portone, nei pressi del duomo. Da qui si prosegue diritto per circa 30 metri poi si svolta a sinistra in Via dei Colli. Proseguendo sulla stessa via, dopo qualche tornate si incontrano in successione la località termale di S. Carlo Pò, il borgo di Pariana, Altagnana e infine Antona.
Bibliografia
GIAMPAOLI S., Paesi della montagna massese, Massa, 1988
DEL GIUDICE C. A., Toponomastica storica della Valle del Frigido, 1992
LEVEROTTI F., Massa di Lunigiana alla fine del Trecento. Ambiente, insediamenti, paesaggio, Pisa 2001
MANFREDI A. A., Valle del Frigido (MS): le strutture materiali del popolamento medievale, V Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, (30 settembre - 3 ottobre 2009), Foggia-Manfredonia.