Località: Canevara, area montana
Datazione: dal sec. X al sec. XV
Notizie storiche
Il sito di Buita si trovava lungo una delle principali vie di transumanza transappenniniche che risalendo trasversalmente la costa si inoltravano nella vallata interna del Frigido sin dall’epoca preistorica, quando Buita era sede di un castelliere ligure-apuano.
Testimonianza della via armentizia la troviamo ancora nel 1189 in un conflitto tra uomini di Buita e quelli di Forno a proposito del diritto di compascuo a Vinca.
L’importanza che questo sito e la sua chiesa dovevano avere nel panorama storico medievale è testimoniata dai numerosi documenti che li riguardano a partire dal sec. IX d.C. sino al secolo XVI inoltrato. La chiesa, citata per la prima volta nel 892, tra 1190-1304 compare come dipendente della Pieve di S. Vitale di Mirteto nelle Decime pro crociate in Terra Santa e per il Regno di Sicilia. Nell’estimo del 1494 risulta infine come cappella dipendente dalla chiesa di S. Pietro di Forno.
La chiesa doveva rappresentare un importante punto di riferimento per l’abitato sparso che ad essa faceva capo e di cui si ha testimonianza dai numerosi documenti medievali riferiscono di una popolazione abbastanza stabile dal 1189 sino a fine Trecento, quando Buita era ancora centro nodale per l’economia agricola e silvo-pastorale della zona.
Lo sviluppo degli abitati sul fondovalle determina piano piano il progressivo abbandono del sito, che rimane frequentato solo stagionalmente, e della chiesa che diroccata viene poi utilizzata come cava di materiale per la costruzione dei vicini metati.
La chiesa ancora nel 1600 doveva rivestire una certa importanza se venne raffigurata in una veduta della Val di Cortecia insieme ad altri importanti siti.
Del tutto abbandonato per secoli, il sito è stato negli ultimi anni oggetto di ricerche che hanno permesso di verificare l’assetto della parte sommitale in cui emergono ancora delle strutture murarie.
Lo sviluppo del sito abbraccia un arco di tempo assai lungo, tra X-XIV secolo. Nella parte più alta si trovava la chiesa, con un campanile affiancato sul lato nord-orientale. La struttura era difesa da una cinta muraria che circondava la parte più alta. In un secondo tempo, presumibilmente tra XIV-XV secolo, si realizzò una seconda cinta muraria che inglobava anche alcuni edifici in muratura edificati nel frattempo sul lato sud-occidentale dell’acrocoro. A questa difesa, si aggiungeva sul lato settentrionale un vallo che divideva l’acrocoro dal resto del colle.
Sul lato sud del sito si trovavano tracce di estrazione, una cava a cielo aperto da cui furono estratti i materiali in pietra silicea usati per costruire il sito.
Da Buita sono ancora oggi percorribili i sentieri che portano al monte Rocchetta e a Casette-Forno, una serie di tracciati che anche nei tempi più antichi permetteva agli abitanti della zona di potersi muovere con facilità tra un centro abitato e l’altro.
Intorno a Buita esisteva infatti una frammentazione di abitati sparsi i cui abitanti erano soprattutto dediti all’agricoltura, favorita dalla presenza di numerosi pianori, dall’ ottima esposizione e dalla ricchezza di acqua.
Bibliografia
A. MANFREDI, Murature medievali nel territorio massese. Il caso di Buita, Le Apuane, 2004
A. MANFREDI, Valle del Frigido (MS): le strutture materiali del popolamento medievale, V Convegno di Archeologia Medievale, Società degli Archeologi Medievisti, Foggia-Lecce, 2009