Località: Piastronata, centro città
Datazione: secolo XVI
Notizie storiche
Il palazzo si trovava in Borgo Bagnara, lungo la risalita che collegava Piazza Mercurio a Massa Vetere, la città vecchia sviluppatasi attorno al castello obertegno poi Malaspina. Come i vicini Palazzo Mussi-Ayola e Palazzo Landi, rappresenta una testimonianza della perduta Massa Picta. Di recente restaurato, Palazzo Maggesi mostra una bella facciata decorata a motivi figurativi, del tutto diversi da quelli osservati sugli altri due palazzi cittadini e attribuiti al pittore Agostino Ghirlanda, che molto lavorò alla corte del Principe Alberico I. Al centro del primo piano campeggia lo stemma della famiglia Maggesi, al piano secondo si osservano una scena di amor cortese a delicati colori e un bel mascherone nel tipico sgraffito in bianco nero.
Distanza dal centro città: centro città
Come si raggiunge: da Piazza Aranci si costeggia il Palazzo Ducale e si volta a destra in Via Guidoni, proseguendo verso Piazza Mercurio. Da qui si risale la Piastronata, la via pedonale che porta al castello Malaspina. Dopo la prima rampa, si volta a destra e sul lato destro dopo circa 20 metri si intravede la bella facciata di Palazzo Maggesi.
Approfondimenti
La bellezza delle decorazioni e il recente restauro fanno della facciata di Palazzo Maggesi uno degli esempi meglio conservati della Massa Picta rinascimentale. I disegni della decorazione sono attribuiti al pittore Agostino Ghirlanda, un insigne artista di origine lunigianese che operò alla corte di Alberico I e in altre aree toscane, in lucchesia in particolare..
La facciata di Palazzo Maggesi è caratterizzata da decorazioni di tipo geometrico e di tipo figurativo eseguite su tutti i livelli. Al piano terra è scomparsa ogni traccia di colore, ma tra primo e secondo piano possiamo vedere ancora oggi una interessante decorazione policroma.
Al centro del primo piano ecco che campeggia l’insegna della storca famiglia Maggesi, che fu al servizio del Principe Alberico I: poco leggibile nel disegno e nei colori, ci mostra tre piccoli rettangoli con motivi fitomorfi ed allegorici, racchiusi entro una ghirlanda. Accanto a questo una finestra inquadrata da cornici in bianco/nero a sesto acuto.
La decorazione più caratteristica è però quella del secondo piano, dove nel riquadro centrale si narra una gradevole scena d’Amor cortese, di sapore rinascimentale. Una gentildonna e un nobiluomo con un liuto sono ritratti ai lati di una fontana, in un giardino aperto, assai spoglio e con profondo orizzonte, animato da quattro alberi e pochi ciuffi d’erba. Al centro focalizza lo sguardo una ricchissima fontana con due zampilli, a cui si stanno abbeverando due colombi.
Il tema della fontana rievoca uno dei temi più diffusi nella tradizione popolare: l’acqua sorgiva è l’acqua della vita che mai smette di sgorgare dalla fontana dell’eterna giovinezza e ha il potere di riportare lo spirito vitale nei morti, restituire salute e regalare la giovinezza eterna. La ricerca della fontana della giovinezza si riallaccia anche all’altro importante mito dell’albero della vita. Intorno alla fontana si dipanano poi altri importanti temi come lo “scorrere meraviglioso del tempo” e la concezione dell’amore come orizzonte spirituale di comunicazione tra la dama ed il suo cavaliere.
Al di là del valore tecnico, queste decorazioni contengono quindi un importante messaggio culturale tipico dell’età in cui furono realizzati.
Bibliografia
MUSSI L., Gli avanzi di Massa Picta, 1906
MANFREDI A., Intonaci sgraffiti nell’edilizia storica massese, Massa, 2003
PETOIA E., Miti e leggende del Medioevo, Roma, 2002