Pieve S. Pietro

San pietro 3d

Istruzioni per vedere San Pietro in 3D


Località: Bagnara-Piazza Aranci, centro città

Datazione: sec. X-XIX

Notizie storiche La pieve di S. Pietro si trovava nella piazza del borgo di Bagnara, nella pianura sottostante la rocca obertenga poi Malaspina. In Bagnara, zona ricca di acqua come lo stesso toponimo indica, sorse infatti uno dei primi abitati medievali della Vallata del Frigido, probabilmente proprio grazie alla presenza di S. Pietro e del piccolo Oratorio S. Sebastiano, antistante la facciata di S. Pietro.
La zona doveva essere stata frequentata anche nelle epoche precedenti, come fa supporre la presenza di importanti resti pre-romani e romani rinvenuti nella vicina Piazza Mercurio e nella fascia compresa tra Via M. Bigini e Via Dante.
Il primo riferimento a S. Pietro si trova in un documento del 986 del vescovo Teudigrimo di Lucca, che, oltre alla Pieve di S. Vitale, cita anche una terra Sancti Petri ossia un possedimento appartenente alla chiesa di S. Pietro. Della Pieve di S. Pietro si parla invece a partire dal 1148, quando viene citata insieme a quelle di S. Vitale e di S. Lorenzo tra le tre pievi di Massa.
S. Pietro diviene un importante punto di riferimento per gli abitanti della pianura sotto il castello e in questa zona già nel 1400 si sono formati diversi abitati aperti che neppure la cinta muraria fatta innalzare da Giacomo Malaspina nel 1460 tenta di inglobare.
Alla Metà del 1500 il principe Alberico I avvia il programma di costruzione di una nuova città rinascimentale, con una più ampia cinta muraria entro cui verrà compreso anche S. Pietro. Dal sec. XVII la rinnovata importanza della pieve è confermata dalla quantità di nuovi lavori che verranno messi in opera, in concomitanza con la costruzione del Palazzo Ducale e della sistemazione della nuova città rinascimentale.
Nel 1530, infatti, la primitiva chiesa, ormai vetusta e fatiscente, crolla parzialmente e nonostante i vari interventi di restauro e consolidamento, crolla quasi del tutto nel 1672.
Nel 1673 si iniziano i lavori per una nuova chiesa che non fu mai terminata perché nel 1698 si ripresero i lavori di restauro dell’antica pieve che nel 1701 viene eletta a collegiata. Consacrata di nuovo nel 1735, pochi anni dopo, nel 1739, con solenne cerimonia vi fu ricollocato il prezioso Crocifisso ligneo che la tradizione vuole arrivato da Luni.
La fabbrica di S. Pietro sembra non avere mai termine. Nella seconda metà del 1700 furono necessari altri lavori tra cui quelli al campanile, realizzati nel 1769.
Nel 1807 Elisa Baciocchi, duchessa di Massa, decreta la demolizione totale della Collegiata , considerandone le precarie condizioni e l’irrilevanza artistica dei suoi contenuti, così come suggerito da Paolo Bargigli, il redattore del progetto di demolizione.
La distruzione della fabbrica andrà a rilento poiché, secondo la tradizione, nessun massese volle partecipare ai funesti lavori. Furono infatti maestranze esterne alla città che demolirono la chiesa e sempre all’esterno della città venne dispersa la maggior parte degli arredi di S. Pietro, tra cui la serie degli elaborati altari marmorei.
La chiesa venne infatti smontata in ogni sua parte e i suoi beni svenduti e sparsi in diverse parti della Toscana.
Il battistero in marmo ed il prezioso crocifisso ligneo furono ricollocati nella vicina chiesa di S. Francesco, destinata a divenire l’attuale Duomo di Massa, mentre l’imponente portone venne smontato e collocato a Palazzo Ducale dove ancora oggi si trova.
Gran parte degli arredi fu trasferita alla chiesa di S. Michele a Gragnana: un portale in marmo, il pulpito, il grande coro ligneo; l’organo fu portato invece alla Chiesa di S. Maria Assunta a Stazzema, mentre l’altare maggiore fu acquistato per la chiesa di S. Donato in Chianni dove ancora oggi può essere ammirato.
L’altare maggiore di S. Pietro, costruito con marmi policromi, è attribuito a Francesco Bergamini che lo realizzò nel 1640 come una vera opera architettonica in cui alla solita bicromia bianco/rosso dei marmi apuani si aggiungevano il giallo di Siena, un Verde Alpi e il Grigio tenue del Bardiglio apuano. Fulcro dell’altare è il maestoso Ciborio alto quasi sei metri.
L’importanza che questa chiesa ebbe per la storia del territorio è nota; meno nota l'immagine della sua struttura architettonica che possiamo rivedere oggi grazie alle ricostruzioni virtuali realizzate sulla base di alcune vedute storiche e documenti d'archivio e, in ultimo, grazie ai recenti scavi archeologici di Piazza Aranci che hanno rivelato l’esatta ubicazione e le dimensioni davvero imponenti della pieve.
Le immagini virtuali che abbiamo di S. Pietro non sono così lontane da come doveva essere la realtà, poiché sono il risultato di una minuziosa ricerca storico-architettonica ed iconografica.

Bibliografia Per una storia completa del monumento si rimanda al sito S. Pietro di Massa, Tesi di Laurea di Marco Tonelli: http://www.studioarx.it/sanpietro

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