Piazza Aranci

Località: centro storico, centro città
Datazione: sec. XIX

Notizie storiche
La grande Piazza degli Aranci ha una lunga storia che trova le sue radici nel Medioevo. Già in quel tempo era questo un punto di riferimento per gli abitanti delle diverse borgate sorte nella piana ai piedi del castello obertengo, tra cui il Borgo di Bagnara nato attorno alla Pieve di S. Pietro. La Pieve, una delle più antiche del luogo e forse premillenaria, occupò il lato sud della piazza sino al 1808, anno in cui Elisa Baciocchi ne iniziò la demolizione per allargare la prospettiva sul Palazzo Ducale.
La Piazza, dapprima nominata del Duomo, dopo la demolizione di S. Pietro fu detta Piazza Ducale e quindi ribattezzata Piazza Aranci grazie alla profumata essenza messa li a coltura nel 1819 in occasione del ritorno in città di Elisa Baciocchi, signora dell’allora Ducato di Massa e Parma.
Tanto era la bellezza della piazza e intenso il profumo dei fiori d’arancio che ne rimasero affascinati alcuni tra i più noti poeti contemporanei come Giacomo Leopardi e Giosuè Carducci che ebbero occasione di visitare la città e ricordare la piazza nella loro corrispondenza familiare.
“In mezzo alla piazza pubblica crescono degli aranci, piantati in terra” scriveva quasi incantato il Leopardi nel 1827.
Con altrettanto stupore scriveva il Carducci nel 1877: “Sai… che in Massa c'è una piazza tutta circondata da doppi filari di aranci? Sai che questi filari li ha visti mia madre quand'era giovine sposa e che ora li guardo io dalla finestra dell'albergo?".
Nonostante la magnificenza di Palazzo Ducale, che occupa il lato orientale della piazza, e la doppia fila di aranci l‘articolazione della nuova piazza non riusciva a bilanciare il vuoto lasciato dalla pieve che venne poi colmato collocandovi il gruppo scultoreo che tutt’oggi ne adorna il centro.
Nel 1853, dopo una serie di progetti proposti da Isidoro Raffo e in un secondo tempo da Cesare Frugoni, si decise di posizionare il grande obelisco alla cui base furono poi apposte quattro epigrafi: tre dedicate all’Unità d’Italia ed una, sul lato ovest, a memoria della Resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1886, a completamento dell’opera, attorno all’obelisco fu collocata la composita fontana con i quattro leoni zampillanti a guardia di altrettante vasche. Progettata dallo scultore Giovanni Isola e realizzata dal figlio Lodovico, la monumentale fontana ben caratterizza la piazza. L’uso del bianco marmo apuano unito alla plasticità delle forme ne fa uno dei più interessanti esempi di arte scultorea locale, di rara bellezza e dinamismo.

Bibliografia
Massa. Guida storico-artistica, SOLDANO S. (a cura di), Massa, 2000
PALLUCCA S., Scoprire Massa. L’arredo urbano, Pisa, 2008
Libri Ordinari della Magnifica Comunità di Massa, A.S.M., secc. XVI-XVII

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