Cinta muraria di Alberico

Località: centro città
Datazione: 1557

Notizie storiche
Secondo i programmi di Alberico, prima marchese e poi principe di Massa, la costruzione della cinta muraria rientrava nel programma di riorganizzazione territoriale e fondazione di una nuova città che a ragion veduta rappresentasse un riferimento per il contado.
L’opera, iniziata nel 1557, si protrasse per molti anni dimostrandosi più impegnativa del previsto.
La nuova città, di chiaro stampo rinascimentale, era improntata su un modello planimetrico a pianta pentagonale, molto diffuso all'epoca. Ignoto il progettista, ma dai Libri Ordinari della Magnifica comunità di Massa appare chiaro che alla sua realizzazione lavorarono diverse maestranze specializzate di diversa provenienza. Oltre a Messer Baldassare Lanci da Urbino, che a quel tempo lavorava alle mura di Lucca e a cui Alberico chiese consulenza, si registra la presenza di diverse maestranze lombarde tra cui Stefano Borro, chiamato a sovrintendere alla costruzione delle mura e, insieme al fratello Domenico, anche alla costruzione di Porta S. Francesco. Stefano Borro lavorò molto alla corte, interessandosi anche alla costruzione di alcune parti del Palazzo Ducale.

L’idea di Alberico era di riunire all’interno della nuova città sia la città vecchia, la Massa Vetere sorta intorno al castello, che le disparate borgate e case sparse, sorte invece ai piedi del castello, tra cui Bagnara, il Groppino, la Martana.
Il lavoro di costruzione fu un complesso lavoro collettivo, poichè al lavoro delle maestranze si uni quello della popolazione che aveva l'obbligo di prestar manodopera e di “portar sassi”. Tanto era importante questa funzione che vi era predisposto un apposito "maestro dei sassi" con l’obbligo di controllare le quantità consegnata e l’effettiva consegna dei materiali in cantiere.
I lavori iniziarono sul lato mare, nella piattaforma che doveva corrispondere all’attuale Piazza Mercurio. Qua fu messa la prima simbolica pietra.
Nonostante la presenza di due sovrintendenti ai lavori e la costante manodopera, nel 1612 i lavori non erano ancora terminati a causa della imponenza dell'opera e dei numerosi ritardi dovuti alle cattive stagioni o alla mancanza di materiali. Dal punto di vista tecnico, le mura vennero costruite in due fasi: dapprima si fece tutta la scarpata sopra cui si pose in opera un cordolo in calcare cavernoso; su questo venne poi innalzato il resto delle mura.
Nel moderno tessuto urbano restano però i segni, ancora importanti, di questa grande opera. Ben visibile, in Via S. Francesco, l’omonimo baluardo con un ampio tratto di mura che si dilunga fin dentro il Seminario vescovile e lungo via delle Mura Est. Altri importanti resti sono costituiti dalle porte, in particolare da Porta Martana già Toscana ancora visibile e ben conservata sul lato orientale della città. Accanto ad essa, l’edificio che fu destinato alle Scuderie Ducali e la Piazza d’Armi dove sul perimetro delle mura (Via delle Mura Sud) furono costruite le stalle. In quest’area si possono vedere i cantonali delle Mura di Alberico ed una epigrafe che ne ricorda il Quattrocentenario della fondazione. Sul lato occidentale è invece visibile il cosi detto "Porton", Arco del Salvatore, ricostruito in parte nella seconda metà del Seicento, sulla più antica albericiana Porta del Pino o di S. Francesco-.

Bibliografia
N. GALLO, Guida storico-architettonica dei castelli della Lunigiana toscana, Prato, 2002
Libri Ordinari della Magnifica Comunità di Massa, A.S. M.

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